venerdì 7 ottobre 2011

CONGRESSO PROVINCIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO 28-29 OTTOBRE 2011: Il Partito Democratico c’è



CONGRESSO PROVINCIALE

DEL PARTITO DEMOCRATICO

28-29 OTTOBRE 2011

DOCUMENTO POLITICO

Il Partito Democratico cè

Candidato alla Segreteria: ROCCO RESSA

DOCUMENTO POLITICO

La drammatica crisi economica che sta vivendo l’Europa, e che in Italia ha assunto proporzioni gigantesche, sta facendo scricchiolare tutto il nostro sistema politico, istituzionale e democratico. Preoccupanti sono le risposte date con urgenza da una manovra balneare a puntate approvata con l’ennesimo voto di fiducia, simbolo del dispotismo e dell’inadeguatezza dell’attuale Governo contro cui preme porre un’alternativa democratica in difesa dello Stato di diritto, della democrazia e della Costituzione.

E’ qui che urge la presenza di un Partito Democratico capace, a tutti i livelli, di formulare proposte chiare, efficienti ed efficaci in campo economico, nel welfare, sulla giustizia. Ognuno di noi deve sentire forte il richiamo all’etica della responsabilità e dare il proprio contributo per la costruzione di un Paese più equo, più giusto, più forte.

1. Il PD che vogliamo

Certamente non partiamo da zero. In questi anni il PD ha vissuto momenti di grande passione ed entusiasmo. Tutti ricordiamo il grande successo delle primarie del 2007, quando nacque il nostro Partito, e poi... le primarie per la scelta del Segretario Nazionale e Regionale. Due momenti fondamentali che hanno riacceso la passione politica di molti.

Il percorso successivamente è stato molto accidentato. La voglia di partecipazione si è presto esaurita a causa delle molte contraddizioni all’interno dei diversi gruppi o anime del Partito. Queste contraddizioni hanno lacerato il tessuto connettivo del PD causando il disimpegno di alcuni, la fuoriuscita di altri, il distacco con la realtà territoriale e l’associazionismo sociale e civile.

Da queste premesse, dalla passione e dal riconoscimento dei nostri errori, dobbiamo ripartire.

Sentiamo forte la responsabilità di riappropriarci della politica e di dar vita ad un partito aperto, in cui le differenze siano vissute come risorsa. Dobbiamo costruire un partito in cui ognuno si senta a proprio agio, un partito i cui iscritti non abbiano a sentirsi mai degli intrusi, un partito capace di coinvolgere, di risvegliare in noi la passione politica unica fonte energetica che ci permette di avvicinare altre donne ed altri uomini, un partito capace ancora, nonostante tutto, di sperare e di sognare.

Vogliamo un Partito che sappia recuperare la meravigliosa esperienza della politica intesa come azione volontaria, capace di contaminarsi con la realtà quotidiana; un Partito che sappia incontrare il disagio lì dove esso abita, che sappia condividere l’affanno dell’operaio che stenta a campare, il pianto della madre che non riesce a soddisfare le esigenze dei propri figli, il grido di dolore di coloro che il lavoro lo hanno perduto, delle vedove degli operai morti lavorando. Un partito pronto ad abbracciare la sofferenza dei tanti giovani che anelano per un lavoro, dei migranti spesso abbandonati dalla nostra indifferenza, un partito capace di ascoltare le difficoltà del mondo produttivo.

Un partito che sappia progettare il futuro, che dia speranza alle nuove generazioni, un partito capace di comprendere la complessità storica, sociale ed economica che viviamo e che sappia individuare le strade giuste da percorre. Un Partito, infine, capace di rispettare tutti a cominciare dal rispetto fra tutti i suoi iscritti.

Un partito che rispetti le regole che si è dato, a partire dal codice etico che va applicato senza alcun ricorso a deroghe; un partito che fa delle correnti un valore aggiunto al confronto delle idee e non finalizzarle al mantenimento di posizioni di privilegio; un partito che recuperi autorevolezza.

Un Partito che individui i candidati alle elezioni politiche mediante lo strumento democratico delle primarie.

2. Il Partito come strumento di cambiamento e di innovazione della Società

E’ troppo facile pensare che la funzione dei partiti sia divenuta ormai obsoleta, è falso che in Italia i partiti abbiano esaurito la loro funzione. Anzi oggi, più che mai, c’è bisogno di organizzazioni politiche capaci di porsi come punti di riferimento per la popolazione.

La funzione del nostro Partito, la sua più grande ambizione deve essere quella di proporsi come strumento di cambiamento e di innovazione. Se il periodo storico che attraversiamo è così complesso, se la crisi economica rischia di stritolare la parte più consistente della popolazione, noi abbiamo il compito di individuare nuove risposte capaci di evitare l’assuefazione allo status quo.

E’ necessario, dunque, che il nostro partito si strutturi come un’organizzazione capace di formare ed informare, capace di recepire i bisogni emergenti e di dare risposte concrete.

Per far questo dobbiamo essere capaci di offrire un’esperienza di partito aperta alla E-democracy ovvero all’uso delle nuove tecnologie a sostegno della partecipazione degli iscritti e dei cittadini alla vita del Partito. Le nuove tecnologie hanno il compito e la funzione di rimuovere gli ostacoli nei diversi momenti della vita democratica e garantiscono:

· l’inclusione sociale;

· l’accesso all’informazione;

· l’iniziativa diretta da parte dei cittadini anche non iscritti;

· il coinvolgimento degli iscritti, dei cittadini e delle associazioni nei processi decisionali.

3. Il Partito come luogo privilegiato di confronto

Il Partito sia attraverso la tradizionale forma di confronto assembleare e più ancora attraverso l’Action Planning, strumento della progettazione partecipata, deve ritornare a confrontarsi, a parlarsi, a condividere esperienze, a ricercare soluzioni.

Solo attraverso la partecipazione democratica si può pensare di arricchire il nostro partito di nuove esperienze, di nuove attenzioni, del mondo dell’associazionismo, giovanile soprattutto.

I Cittadini al centro dell’azione del Partito

In tempi di scandali e privilegi, in cui anche le giuste denunce sono piegate da un’ondata che trova nel “vaffa” la sua più sentita forma e che si traduce in un generale atteggiamento antipartitocratico, non possiamo abbandonare il campo lasciando che sia l’antipolitica, a farsi portavoce di queste istanze permettendo che gli utili interventi anticasta facciano di tutta l’erba un fascio.
E’ per questo che ciò che fa la differenza è l’enaudiano “conoscere per deliberare”a tutti i livelli istituzionali. Occorre garantire ai cittadini la possibilità di poter conoscere con facilità l’attività svolta dal partito. Occorre dare ad ognuno la possibilità di conoscere l’operato di ogni singolo consigliere e assessore regionale, comunale, provinciale, dei sindaci e di tutti coloro che esercitano un’attività pubblica e dirigenziale all’interno del partito. Questo è un passaggio fondamentale per restituire trasparenza e reale democrazia al Paese, alle sue Istituzioni e fiducia verso il partito.

Nella possibilità, da parte del singolo cittadino, di esercitare il controllo su chi li governa, nella reale possibilità di intervento attraverso un rapporto diretto e rappresentativo, si compie, infatti, il senso di un sistema democratico.

4. Gli iscritti anima del Partito

Gli iscritti devono tornare ad essere il cuore pulsante e le gambe del partito, devono riempire i Circoli, come detto anche utilizzando le nuove tecnologie, con le loro idee, proposte, bisogni e voci e devono poter partecipare in tutte le sedi decisionali e deliberative esercitando i diritti di parola e di elettorato attivo e passivo, superando una logica centralistica e verticistica in favore di un vero processo democratico.

In particolare, l’Assemblea provinciale, svolge una funzione importante nel Governo del partito e funge da collegamento fra i vertici del partito e la sua base. Mortificare l’Assemblea, come è accaduto soprattutto negli ultimi tempi, significa tradire la fiducia che gli iscritti, attraverso il loro voto, hanno conferito ai propri rappresentanti.

5. Le figure Istituzionali risorsa del Partito

E’ l’operato delle figure istituzionali e degli eletti del partito la vera risorsa distintiva e qualificante di esso. Sono loro l’immagine del partito,

coloro che mettono in atto le idee, gli indirizzi, i progetti del partito. La loro capacità di intervenire e il loro fare è ciò che il partito è. Per questo a tutti i livelli sarà decisivo un forte coordinamento tra tutte le istanze del partito e i rappresentanti

6. La Città Capoluogo

Nella città capoluogo vogliamo costruire un partito capace di far recuperare ai propri iscritti la passione e il desiderio di essere costruttori innamorati del bene comune. Un partito che sia capace da un lato di ascoltare i sogni e i bisogni, le speranze e le aspettative di ogni persona e dall'altro di fornire risposte concrete valorizzando al meglio le competenze esistenti per poter costruire un progetto di futuro per la città di Taranto.

Vogliamo costruire un partito che possa trovare negli osservatori esterni rinnovata simpatia, che possa far dire alla gente che in quel luogo ci sono persone che si sforzano, aiutandosi a vicenda, di risolvere i problemi di tutti e di ciascuno. Non un partito che sia asservito alle aspettative di pochi, ma un partito dove tutti, a partire dai leaders, si sforzano di essere a servizio dei tarantini.

Dobbiamo recuperare l'idea del partito che sia casa accogliente, luogo dove possa essere bello incontrarsi e stare insieme e dove tutti possano avere certezza che la loro presenza e le loro idee sono ricchezza per il percorso comune.

Taranto si appresta alle elezioni amministrative. Il PD, in questo momento, deve essere capace di favorire l’unità del centro sinistra, una unità che parta da una seria ed efficace proposta politica. A tale scopo le Primarie sono uno straordinario ed irrinunciabile strumento di condivisione di un progetto ambizioso che il PD deve proporre dopo aver ascoltato le istanze della base, il mondo dell’associazionismo e delle imprese ed alle Primarie, il PD, sarà presente con la ricchezza, la passione, la competenza delle donne e degli uomini che saranno scelti per ricoprire importanti funzioni istituzionali.

La città Capoluogo è estremamente importante per Taranto e per tutta la nostra Provincia, il suo destino segnerà fatalmente il destino di centinaia di migliaia di famiglie, per questo il PD deve svolgere, nei prossimi anni, un ruolo primario nella guida dell’Amministrazione e del Governo della Città.

Il Partito Democratico si impegna a Taranto come in ogni altro comune ad essere leale verso tutti, a tutti, però, chiede il rispetto che si deve ad un grande partito come il nostro.

In questa complessa ed entusiasmante fase che si appresta a vivere la città capoluogo, fondamentale sarà il ruolo della nuova segreteria cittadina.

7. Il Partito in Provincia

Un Partito policentrico è ciò che dobbiamo realizzare. Se, come già detto, la Città Capoluogo riveste una importanza fondamentale, la Politica del Partito non può non considerare parimenti importante l’apporto dei Circoli disseminati nella Provincia.

Un Partito con più centri è quello che vogliamo: ogni realtà territoriale, ogni Circolo deve essere considerato Centro del Partito. Solo così si possono avviare buone prassi di Governo condiviso, solo così i Circoli della Provincia si sentiranno parte di un unico e condiviso Progetto politico.

8. Le emergenze del territorio

Taranto e la sua Provincia vivono momenti di grande incertezza, tuttavia, sono molte le risorse ancora inespresse che attendono dalla Politica una esigente risposta.

Il tema dell’ambiente strettamente collegato alla sempre più crescente richiesta di attenzione alla salute dei cittadini, ma strettamente collegato anche al tema dell’offerta turistica sono i temi su cui bisogna concentrarsi per individuare le strategie più opportune.

Il tema del “mare” con tutte le sue enormi potenzialità di sviluppo. Il mare è una opportunità per il turismo e per il commercio.

Il tema della sicurezza sul lavoro.

Il tema dell’attenzione alle fasce sociali più esposte; il tema della vivibilità delle nostre città.

Ecco, su queste temi dobbiamo confrontarci dentro e fuori del partito, perché le nostre scelte finali siano largamente condivise dalla popolazione.

Più nello specifico.

· La lotta all’inquinamento

Il tema dell’ambiente e della sua salubrità è fondamentale per una città come Taranto e la sua provincia che è stata impestata di veleni.

La legge regionale antidiossina non è il punto di arrivo, ma il punto di partenza della lotta all’inquinamento.

Nessuno sconto a chi inquina. L’azione del Partito deve essere quella di favorire le industrie, a condizione che abbattano notevolmente l’emissione di agenti inquinanti.

L’incontro con le associazioni e i movimenti ambientalisti è fondamentale per una azione politica positiva e largamente condivisa.

· La Sanità

Il progetto del nuovo Ospedale d’eccellenza è una realtà che, in futuro, darà maggiore tutela alla sempre crescente richiesta del diritto alla salute della popolazione. E’un dovere per la politica investire in nuove strutture tecnologicamente avanzate anche nel campo della ricerca, soprattutto in una realtà come quella tarantina che conta eccellenze in campo medico, ma che ha un livello strutturale certamente deprimente.

Il San Raffaele è certamente un progetto ambizioso ed utile, ma deve essere inquadrato in un progetto di offerta sanitaria complessiva anche per evitare che, una volta completato, esso stesso viva le contraddizioni che vivono le nostre vecchie strutture ospedaliere. D’altro canto, nell’attesa che questa opera sia realizzata ed attivata, c’è la necessità di continuare a garantire livelli di assistenza sanitaria accettabili.

Il Piano di riordino ospedaliero, positivo per il necessario e doveroso taglio degli sprechi non può prevedere la penalizzazione della provincia di Taranto, ma deve, invece, garantire i livelli di assistenza in modo equo in tutte le provincie pugliesi.

Bisogna, oltretutto, avviare immediatamente la medicina territoriale sia per una forma di risparmio che per favorire la deospedalizzazione e per migliorare la fruibilità dei nostri ospedali ed ambulatori evitando le lunghe liste di attesa anche per esami medici importanti ed urgenti.

La politica, infine, abbia chiare le idee, dia indirizzi opportuni, ma poi faccia un passo indietro rispetto alla gestione.

· L’offerta turistica

Il nostro territorio può contare su almeno quattro straordinarie risorse:

1. Il mare e la costa;

2. Le dune e le pinete;

3. La fascia rurale e i prodotti agricoli;

4. Le gravine e le lame.

Verrebbe da esprime la considerazione che non ci manca proprio nulla per avviare, finalmente, una nuova stagione economica fondata sul turismo. Eppure le risposte della Politica sono ancora insufficienti e le risorse ancor meno.

Il Partito, soprattutto con le sue figure istituzionali che hanno responsabilità di governo, devono avviare una positiva azione di concertazione fra il pubblico ed il privato che possa produrre effetti positivi.

Anche qui non si parte da zero. L’esperienza di Area Vasta e le iniziative che la Provincia ha messo in campo sono una prima e positiva risposta. Su questa strada bisogna proseguire con maggiore convinzione e condivisione.

· L’emergenza sociale e le povertà

Oggi più che ieri, anche in relazione alla crisi economica che stiamo attraversando, registriamo un impoverimento generale del territorio, ma soprattutto un ampliamento delle fasce di popolazione economicamente disagiata, che si sommano alle sacche di povertà vecchie e nuove che il territorio già esprime.

Il Partito democratico deve essere attento osservatore della realtà e promuovere iniziative politiche a sostegno alla lotta alle povertà.

Non si tratta di trasformare i nostri Circoli in consultori, si tratta invece di essere capaci di registrare le emergenze del territorio, di raccogliere i bisogni e di aiutare i cittadini ad individuare i referenti istituzionali in grado di dare risposte concrete al bisogno espresso.

9. La trasparenza, la legalità, la lotta agli sprechi

Per ricostruire la fiducia dei cittadini verso la politica e verso il nostro partito e per contrastare le diverse forme di antipolitica è necessario che l’azione del nostro partito sia sempre trasparente e che tutte le scelte siano discusse liberamente all’interno dei diversi organismi del partito. Dobbiamo dare il massimo impegno affinché sia nella

guida del partito, sia all’interno delle Istituzioni guidate dai nostri iscritti, la trasparenza sia la regola fondamentale insieme alla legalità ed alla lotta agli sprechi.

Taranto, 21/09/2011

Rocco Ressa


Rocco Ressa è nato a Taranto il 4 novembre 1965.

Laureato in Pedagogia insegna materie letterarie all’Itituto “Sforza” di Palagiano.

Da giovane è iscritto all’Azione cattolica e frequenta il gruppo dei “focolarini” di Chiara Lubich. I quattro anni trascorsi nel seminario dei Missionari della Consolata, a Brescia, lo segnarono profondamente, sia sotto l’aspetto umano che spirituale: lì apprese l’importanza della politica come strumento per aiutare gli uomini, soprattutto i più deboli.

Ritornato a Palagiano, il 1987, si iscrisse alla FGCI e, insieme a Città Futura, furono un’altra scuola importante, in quanto il dialogo, il confronto e la militanza attiva, erano il pane quotidiano.

Nel 1989 fonda, con alcuni compagni di Partito e con giovani progressisti dell’associazionismo cattolico, l’Associazione di Volontariato “Adelphos”, per tanti anni punto di riferimento per volontari di tutte le età e per bambini, giovani e famiglie che vivevano problemi con la disabilità, la droga e la povertà.

Nel 1990, fonda la Comunità di Accoglienza “San Basilio” prima, e Monte Sant’Elia (attuale Oasi del WWF) dopo. “Formato” da decine e decine di giovani esclusi dai circuiti della nostra società spesso perbenista, giovani ai margini che, con la loro sofferenza, con la loro voglia di riscatto, gli insegnarono a lottare fino in fondo per realizzare un’Idea. E le grandi Idee che perseguiva, allora come oggi, sono la Nonviolenza, la Pace, la Solidarietà, la Condivisione, che rimangono Grandi Fari della sua vita privata e politica.

Nel 1996, fonda la Società Cooperativa Sociale “Demetra” che lavora nel campo della psichiatria e dei minori.

Nel 1993, dopo la sconfitta elettorale della Sinistra, si iscrisse al P.D.S. Nel 2002, viene eletto Sindaco di Palagiano, con un risultato strepitoso: 5149 voti, circa il 50% dei voti in presenza di 4 liste! Fu l’anno della svolta: per la prima volta la Sinistra aveva la possibilità di governare per 5 anni, e dimostrare che esiste un modo nuovo di amministrare. Ripresentatosi nel 2007, altra importante vittoria e riconferma: 6297 voti (58.11%), con il candidato delle destre, bloccato a 3301 voti (30.46%).


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